28/04/07 4 commenti

Joseph il burattinaio - parte I



C’era una volta un vecchio burattinaio di nome Joseph.
Come tanti artisti di strada, avendo raggiunto la benemerita età dei settantadue anni, viveva nelle sue piccole amarezze e per i sorrisi dei bambini che era riuscito a far sognare nella sua interminabile carriera di burattinaio.
- “ I bambini hanno la sola illusione della verità, e da quel fantastico mistero che è la fantasia, confondono la fantasia dalla realtà! Vivono con la voce dell'innocenza come io vivo la mia, nella gentilezza dei loro sorrisi! Ho sempre paura di non essere me stesso, ma la vita mi ha regalato un dono...ed io vivrò per sempre con loro...! continuava a ripetere Joseph a tutta la gente che gli chiedeva perchè aveva scelto quel lavoro.

Aveva sempre dato voce a principi, re, giullari, streghe, principesse: insomma, giocava con i burattini come la vita ha giocato con lui...
Joseph era un orfano e non ha mai conosciuto la sua famiglia.
- “Forse ho dei fratelli sparsi per il mondo...!” mi raccontava, mostrandosi sempre disponibile, incontrando il mio sguardo, come se in me cercasse delle risposte.
- “ Non ho mai conosciuto i miei genitori!” continuò, mentre i suoi occhi cerchiati, come se si fossero scontrati con un moscerino, cominciarono ad inumidirsi. Si asciugò gli occhi con la folta barba - in quel momento mi fece tanta tenerezza – mi prese per mano come se mi volesse accompagnare nel suo magico mondo – di questo ebbi solamente una piccola sensazione - e mi disse:
- “Ragazzo, si apra lo spettacolo...! Siediti in prima fila!”
Presi una sedia e mi lasciai catturare dalle sue parole, calde, dolci, di un uomo sicuro di se. Aprì il siparietto del teatrino; c’erano due burattini: la principessa Clotilde ed il principe Goffredo. Erano proni, senza vita, protetti da tanto verde e da querce secolari. Mi sembrò di rivivere la mia infanzia; quando, raggomitolato sul mio lettino, mia madre mi leggeva le fiabe...
Trascorsero minuti interminabili, diventavo sempre più impaziente, quando vidi Joseph, giocare con il suo cappello.
Non capivo... Indossò il cappello e i burattini sembrarono muoversi: “Magia!”pensai...



01/04/07 8 commenti

...al sacro Legno

Robertomaria Rivas, " Omaggio al sacro Legno "


Tace alla luce

il velo della verità.
Ferro nel legno.

Mani piangono sangue;
il passato è presente.

Parlo di grida,
di silenzio... lacrime!
Febbre di vita.

Il perdono è per sempre.
Voce di luce; AMEN!



 
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