Parigi, 18/07/1874
Cara Adelhide,
le mie parole, hanno l’incanto perverso del destino, e mai, un mio pensiero è stato così distratto come oggi.
La notte, i disegni della passione, sono paragonabili entrambi...e le mie parole seguono l’inganno della menzogna, perchè il mio barare nasce dalla parola; ma oggi sono preda delle mie.
Sembro un pargolo che apre la porta dei propri sogni ad uno straniero, mettendo a disposizione la propria ingenuità...
Amo il solo desiderio di viverne l’ebbrezza, cercando, dalla turbolenza dei tuoi occhi un sottile consenso: questo attendo!
Amo, e il silenzio delle tue risposte, taciute, probabilmente da false verità; mi arroventa.
Forse non è amore il desiderio di leggerti negli occhi, cercarne quello che più può renderti felice?
Forse non è amore la necessità di averti vicino; di sentire ogni tuo dolore, di sapere come stai?
Forse non è amore la voglia di sentirsi complice di qualcuno; di abbracciarlo, amarlo, sognandone passioni che svuoterebbero i profondi abissi, dai timori più erranti?
Forse non è amore il solo sapere che qualcuno pensa a te, e che conteggia ogni secondo della tua assenza, respirando aria già consumata; in una stanza interseca dalle nausee della solitudine e del disprezzo per me stesso: perchè non so farmi amare!
Forse vivo nella mia durezza d’animo; ma, si può destare amore, in chi sa nascondersi e non ascoltare il proprio cuore?
Non v’è un domani senza l’oggi; e per questo che mi rimprovero!
So, che, tra i miei talenti c’è anche l’eccesso; ricorda, solo chi ha capacità di capirne, ascoltarne e viverne, certe emozioni possono essere grate solamente ai rimproveri di una vita lasciata al caso...
Ora addio, se è quello che credi giusto per noi!
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