Che cosa c’è di reale nella vita, che nella morte chiamiamo irreale!
Ho avuto un incubo: ho sognato un bambino morto che aveva ancora il coraggio di sognare.
Al solo pensiero ho i brividi sulla pelle.
Ricordo che aveva gli occhi spalancati e caldi, di quel caldo, che solo a guardarli mi facevano sentire bene.
Scesa la notte, come per incanto,
aprì il coperchio della sua bara, e sorridendo mi disse:
“tu devi sognare!
Devi avere il coraggio di farlo!
Che ti costa...! Tu sei vivo, a chi devi dare spiegazioni!”
Allora pensai tra me: “questa è la morte!
Chissà cosa pensavo…!
Se proprio devo sognare, lo farò!”
Stranamente - quello che ricordo - il ragazzo si avvicinò a me, mi prese per mano e mi disse:
“svegliati! Perché non giochiamo insieme!”
Mi svegliai di colpo,
il bambino non c’era più,
ma al suo posto c’era un cagnolino che mi leccava le dita.
Da allora ho ripreso a sognare…
Della morte…, e chi ci pensa…! C’è ancora tempo!
Ho avuto un incubo: ho sognato un bambino morto che aveva ancora il coraggio di sognare.
Al solo pensiero ho i brividi sulla pelle.
Ricordo che aveva gli occhi spalancati e caldi, di quel caldo, che solo a guardarli mi facevano sentire bene.
Scesa la notte, come per incanto,
aprì il coperchio della sua bara, e sorridendo mi disse:
“tu devi sognare!
Devi avere il coraggio di farlo!
Che ti costa...! Tu sei vivo, a chi devi dare spiegazioni!”
Allora pensai tra me: “questa è la morte!
Chissà cosa pensavo…!
Se proprio devo sognare, lo farò!”
Stranamente - quello che ricordo - il ragazzo si avvicinò a me, mi prese per mano e mi disse:
“svegliati! Perché non giochiamo insieme!”
Mi svegliai di colpo,
il bambino non c’era più,
ma al suo posto c’era un cagnolino che mi leccava le dita.
Da allora ho ripreso a sognare…
Della morte…, e chi ci pensa…! C’è ancora tempo!
* R.I. *
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