02/05/12

Erosi dal tempo

Raccontarsi attraverso le proprie idee e in questo caso attraverso una serie di scatti è molto difficile, tuttavia, l’istinto prevale quasi continuamente, ed è sempre vana la necessità di renderlo muto.
Erosi dal tempo, è il titolo di un mio racconto scritto tempo fa – ambientato nel 2045 - che esordiva con questa citazione: “ Il tempo, una simulazione occulta vista dalla propria realtà. “ Racconta di un uomo vittima delle esasperate prestazioni richieste dalla società dei nostri giorni e dalla sfrenata predisposizione dell’essere prima di tutto, dopodiché, l’avere diveniva sempre il tributo finale.
Ambranth – il nome del personaggio del racconto – dopo la morte dei genitori provocata da un incidente stradale, si ritrova a fare i conti con la propria realtà, con i perché di quell’esistenza che credeva essere perfetta; tutto cambia e lo conduce puro in quello che è sempre stato il proprio Io.
 Un giorno, ritornato nella sua vecchia casa di campagna, si ritrova faccia a faccia con il suo passato, e di come tutto ciò che avere fatto fin a quel momento gli sembrava inumano: “ Tutto risiede nella semplicità! “ iniziò a dire quando trovò delle vecchie fotografie di famiglia…
Trascorse in quella casa un paio di giorni fino a quando, una notte fu svegliato da rumori provenienti dalla cantina. Accese una candela, e mentre scendeva una piccola rampa di scale, iniziò ad ascoltare delle voci, mentre la paura diventò l’emozione primordiale di quei momenti. Si girò intorno e vide le pareti, che in alternanza proponeva volti misteriosi venuti fuori dal cemento. Iniziarono a deriderlo in un primo momento, dopo, quasi ritrovato un vecchio amico – in realtà Ambranth ricordò che da bambino aveva vissuto le stesse emozioni, e che quei volti gli erano famigliari – iniziarono a raccontargli chi loro fossero realmente e da quanti anni vagavano fra quelle pareti come anime erose dal tempo.




Contarles a través de mis propias ideas y en este caso a través de una serie de fotos es muy difícil, sin embargo, el instinto que prevalece casi constantemente, y siempre en vano, es la necesidad de hacerlo en silencio.
Erosionados por el tiempo, es el título de un cuento que escribí hace algún tiempo - puesto en 2045 - que se inicia con esta cita: "El tiempo, una vision simulada de su realidad oculta. " Se habla de un hombre víctima de las demandas de rendimiento extremo de la sociedad de hoy y la predisposición de "ser" sin restricciones en primer lugar, y despues, tener era siempre la meta final.
Ambranth - el nombre del personaje de la historia - después de la muerte de sus padres causada por un accidente de coche, se encuentra a afrontar su propia realidad, con las razones de una existencia que él cree sea perfecta, todo cambia y ,lo lleva a descubrir su propio yo.
Un día, volviendo a su antigua casa, se encuentra cara a cara con su pasado, y sintio cómo si todo lo que habia hecho desde aquel momento era inhumano: "Todo reside en su sencillez! "Comenzó a decir cuando encontro  viejas fotografías familiares ...
Pasò en esa casa un par de días hasta que, una noche fue despertado por ruidos provenientes del sótano. Encendió una vela, y caminado por un pequeño tramo de escaleras, comenzó a oír voces, el miedo se convirtió en la emoción primitiva de esos momentos. Se dio la vuelta y vio las paredes, alternativamente rostros misteriosos salen del cemento. Ellos comenzaron a burlarse de él al principio, más tarde, casi reconoce a un viejo amigo - en realidad Ambranth recordó que cuando era niño había experimentado las mismas emociones, y que los rostros eran de la familia - comenzó a decirle lo que realmente eran y cuántos años pasan deambulando entre las paredes, como almas erosionadas por el tiempo.


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