Veste,
con l’imputabile sospetto dell’abitudinarietà,
l’oblio dello sguardo.
Roseo,
vibra l’oceano caldo del cielo.
Le nuvole,
assuefatte,
nostrano l’iniquità del loro aspetto.
Sottile avvampa la brezza,
sbarazzina;
ed è immantinente rimprovero...
Il mio enunciato è fatto di parole;
ma,
quando un sovrabbondante chiarore sfuma nell’incanto,
e magari,
per fortuita casualità,
le emozioni,
dal cielo,
tremano nel cuore,
io credo!
Credo nelle epopee della vita,
ma,
quando in un tramonto si scorge il sigillo della bellezza,
sento in me la presenza di giorno nuovo...
Tutto m’illude e mi rende partecipe...
Ed è ancora vita!
* R.I. *
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